Filomena ed un viaggio senza ritorno…

Foto inviata da Eddy
Testo inviato da Eddy e che fa purtroppo riflettere parecchio, vivere in Europa e vivere in un qualsiasi quartiere del Burkina Faso non è proprio la stessa cosa. Un popolo stramazzato dalla penuria di cibo e acqua e con la spada del terrorismo islamista sopra le testa, purtroppo meta per tanti “turisti” della domenica…
DA WIKIPEDIA :
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Il Burkina Faso è uno dei paesi meno sviluppati con un PIL di 16,226 miliardi di dollari. Circa il 63,8% della sua popolazione pratica l’Islam, mentre il 26,3% pratica il cristianesimo. A causa del colonialismo francese, la lingua ufficiale del governo e degli affari del paese è il francese. Sono 60 le lingue indigene ufficialmente riconosciute dal governo burkinabè, con la lingua più diffusa, il mooré, parlata da oltre la metà della popolazione. Il paese è governato come una repubblica semi-presidenziale con poteri esecutivi, legislativi e giudiziari. Il Burkina Faso è membro delle Nazioni Unite, della Francofonia e dell’Organizzazione per la cooperazione islamica. Attualmente è sospeso dall’ECOWAS e dall’Unione Africana.
Il Burkina Faso è stato gravemente colpito dall’aumento del terrorismo islamista nel Sahel dalla metà degli anni 2010. Diverse milizie, in parte alleate con lo Stato islamico (IS) o al-Qaeda, operano oltre confine in Mali e Niger. Più di un milione dei 21 milioni di abitanti del paese sono sfollati interni. L’esercito del Burkina Faso ha preso il potere con un colpo di stato il 23-24 gennaio 2022, rovesciando il presidente Roch Marc Kaboré. Il 31 gennaio, la giunta militare ripristinò la costituzione e nominò Paul-Henri Sandaogo Damiba come presidente ad interim, che fu rovesciato da un secondo colpo di stato il 30 settembre e sostituito dal capitano militare Ibrahim Traoré.
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Oggi è un giorno molto triste per la comunità di Melitea. Filomena, la più piccola delle ospiti della casa dei bambini Wend Daboo, in Burkina Faso, che cerchiamo di sostenere come possiamo, non ce l’ha fatta. Nata prematura, la mamma morta di parto, quasi per miracolo era riuscita a riprendersi e stava crescendo in modo normale. Una malattia l’ha portata via stamattina 12 novembre.
Paola, missionaria laica ha realizzato a Ziniaré una casa di accoglienza e di amore. Tanti neonati, tutti che non hanno potuto conoscere la mamma, le sono stati affidati. Lei li cura come e meglio dei suoi figli, nipoti e pronipoti, perché è anche bisnonna, consapevole del supplemento di amore da donare che la vita non ha riservato ai suoi bambini.
La Goccia Paola Garbini è una delle mille e mille associazioni che, senza fare rumore, senza mezzi, ma con un coraggio enorme accettano la sfida delle difficoltà in Paesi come il Burkina, martoriati dal terrorismo, dai colpi di Stato, dalle conseguenze catastrofiche dei cambiamenti climatici. Con Filomena se ne va un pezzo del nostro cuore, perché ognuno di loro merita di vivere una vita dignitosa e tutti hanno il diritto di ricercare la felicità!
Ciao Filomena, la vita non ti è stata amica, che il tuo viaggio, nel tuo vestitino bianco ti accompagni verso un mondo migliore. Noi ti ricorderemo come quando sei arrivata, piccolo scricciolo in un abitino troppo grande per te.
CI HANNO SCRITTO