Emigrazione dal Libano

Fonti del ministero dell’Interno affermano che più di 300mila passaporti sono stati rilasciati in questo periodo

© Foto scovata su Internet, walaou…

Sempre più preoccupanti sono le notizie riguardanti l’emigrazione di cittadini libanesi negli ultimi due anni, sia di chi ha già potuto realizzarla, sia di chi la progetta o la desidera.

Il Libano moderno e contemporaneo ha conosciuto nel passato due momenti di forte emigrazione: il primo tra il 1865 e il 1916, con la partenza di circa 330mila persone; il secondo durante la guerra civile (1975-1990), con circa 990mila partenze. Attualmente, secondo una ricerca dell’AUB (American University of Beirut), il 77% dei giovani libanesi desidererebbe partire (per lavorare, studiare, stabilirsi definitivamente all’estero) e “centinaia di migliaia di persone potrebbero lasciare il paese nei prossimi anni”.

Si può quindi parlare di “un terzo movimento di emigrazione in Libano”.
Mancano statistiche esatte sul numero di cittadini che hanno effettivamente lasciato il paese per emigrare, a partire dal gennaio 2020. Ma fonti del ministero dell’Interno affermano che più di 300mila passaporti sono stati rilasciati in questo periodo.
Ciò che è sicuro è che “oggi, si nota soprattutto la partenza di alcune categorie professionali, come medici e infermieri, insegnanti e professori uniiversitari. Presto, potrebbe essere la volta dei bancari”. L’AUB, da sola, ha perso 190 professori (il 15% del totale).

Oltre 1600 infermieri e più di 1000 medici hanno già trovato lavoro altrove.
Una professoressa dell’USJ (Université Saint-Joseph, dei Gesuiti), autrice di pubblicazioni sull’emigrazione libanese, precisa che siamo in una “fase acuta” di emigrazione e he questa interessa una grande massa: giovani, diplomati o meno, coppie trai 40-50 anni del ceto medio-alto, con figli in età scolare. Ne deriverà, con il tempo, “un invecchiamento della popolazione”.

Quanti di loro rientreranno?

Un’altra delle delle principali ragioni dell’emigrazione è che, in Libano, una persona su cinque ha perso il lavoro e che il 61% delle aziende ha licenziato il 43% dei dipendenti.
L’erario è praticamente a secco. La lira libanese ha perso oltre il 90% del proprio valore, con conseguenze catastrofiche sui salari e sul reddito. L’ascesa dei prezzi non ha limiti e lo Stato, oggi quasi del tutto assente. è impotente e incapace di un vero controllo su accaparramento, contrabbando e mercato nero.
La legge della giungla è spesso quella che si impone.

Mancano elettricità, in vari luoghi anche l’acqua, benzina, gasolio, gas, medicinali, ecc. ecc. La povertà si estende di giorno in giorno, provocando sempre maggior disperazione…, fino al suicidio (in crescita preoccupante).
Nel frattempo, da oltre un anno, l’incapacità, l’avidità dei leader politici (rivalità su prerogative e poltrone, senza tralasciare la posizione dominante di Hezbollah con la sua agenda e i suoi calcoli) e la mancanza di volontà politica, con il pretesto di salvaguardare i diritti della propria confessione di appartenenza (cristiani, sunniti e sciiti in particolare), impediscono la formazione di un governo credibile ed efficiente, bloccando quindi ogni possibilità di aiuti internazionali, ormai indispensabili anche solo per sopravvivere. Persino l’esercito vive oggi di beneficenza, non tanto per il suo equipaggiamento, quanto per… nutrirsi…

Il Libano sta toccando il fondo. È ormai uno stato fallito e paria. Fino a quando si potrà sopportare?
(Settembre 2021)

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