EDITORIALE AGOSTO 2020
Ennesimo episodio della nostra Newsletter, ultimo numero prima delle “vacanze”, anche se in questo caso non si può proprio parlare di vacanze, é un termine che passa veramente molto male in questo periodo.
Non riesco più a togliere gli occhi dalla televisione e dalle notizie in getto continuo da Beirut. Non sono riuscito a chiudere occhio la notte scorsa (4-5/08/2020), mi sembra ancora impossibile di vedere tutte quelle costruzioni ridotte ad un ammasso di ferraglia, rottami di palazzi di solo qualche giorno fa, strade che non esistono più e un sacco di gente che vaga qui e la per riuscire a trovare qualcosa o qualcuno, un figlio, una moglie, un marito, i genitori.
Sembra essere ritornati al periodo della guerra civile, ma questa volta nessuno si aspettava il doppio botto, sembrava di vedere le prove della bomba atomica da parte degli americani sull’atollo di Bikini, stessa nuvola a forma di fungo, con le stesse conseguenze, una catastrofe.
Avrei voluto scrivere altre cose, parlarvi dell’ultimo libro che ho letto, oppure di uno dei tanti film visti a Beirut, mi dovete scusare ma non riesco a scrivere più di due righe alla volta, ho la testa ed i pensieri a Beirut, con quelli che abbiamo incontrato l’anno scorso ma anche con quelli che non sono riuscito ad incontrare, sembra quasi un altro mezzo secolo fa, un anno sembra quasi un minuto di questi tempi.
Il Libano va male ma molto male, un padre di famiglia un mese fa si é ucciso con un colpo di pistola alla testa in piena Rue Hamra, dopo aver lasciato la fedina personale ed una lettera in cui spiegava che non ce la faceva più a sovvenire ai bisogni concreti e giornalieri della sua famiglia, la fame sta diventando una eresia per tanti, si parla di cifre spaventose. Secondo un recente report di Save the Children, solo nell’area della Grande Beirut – 2,2 milioni di abitanti – le persone che non hanno cibo a sufficienza sono circa 910.000, la metà dei quali bambini, che rischiano di morire di inedia nel corso dell’anno. Dopo il botto del 4 agosto le cose si sono molto complicate e don Vittorio fa un “giro completo” delle problematiche legate alla situazione attuale, più di 100 morti (al momento di scrivere queste righe) ed un sacco di feriti con molti in condizioni particolarmente gravi, l’onda d’urto che si é propagata per più di 10 km “distruggendo o danneggiando gravemente ospedali, luoghi di culto edifici pubblici e abitazioni private, oltre alle navi che erano nel porto o in rada. I senza tetto sono stimati intorno a 300mila e i danni materiali in miliardi di dollari…” come scrive don Vittorio nella sua relazione.
Scrivo queste righe ma non so esattamente cosa pensare, cosa fare per aiutare qualcuno e come aiutare, sta diventando sempre più complicato nell’ambito giornaliero dove un barattolo di latte in polvere e qualche pannolino costano di più di una paga mensile, la Lira libanese ha perso negli ultimi 8 mesi più di 80% del suo valore, roba da pazzi.
Tiremm Innanz…
Ho aggiunto in primis il resoconto di don Vittorio, come sempre ben redatto, la lungimiranza di don Vittorio sempre molto circostanziata e particolareggiata non lascia scampo quanto alla situazione attuale degli abitanti del Libano e dei salesiani che si adoperano per colmare una marea di falle mai riparate dall’attuale governo, mai mollare don Vittorio…
In questo numero troverete le solite rubriche CINEMA e LIBRO del mese, un film della fine degli anni ’60 ed un libro che ho scoperto per caso, la vita di un “cittadino con la pelle scura” nato e cresciuto in Italia, un libro che spiega quali possono essere le brutte abitudini che abbiamo preso dopo l’inizio dello sbarco dei famosi “migranti”, un resoconto dettagliato e spiegato in un italiano perfetto e documentato a dovere.
Un articolo su un fatto di cronaca di questi giorni (3 agosto 2020), un’altra faccia della nostra società sempre più collegata grazie a telefonini &Co, ma uno si può anche domandare “collegata” a che cosa, a chi e per quale motivo siamo “collegati”. Non ho parole e lascio a voi l’ardua sentenza…
E per finire sono riuscito a ricucire il filo che avevo iniziato a dispiegare qualche tempo fa, il nostro arrivo in terra Beirutina e la vita a scuola e dintorni dal 1963 fino alla mia partenza dopo il diploma dell’estate 1969, tutto un programma, programma che sto cercando di rimettere in carreggiata con vari episodi ancora sepolti qui e là ma che stanno venendo a galla, peggio per voi…
PHŒNICIA AGOSTO 2020
Numero particolare o forse dovrei dire “insolito”, l’attualità del Libano e dei libanesi non lascia alcun scampo di progetti di nessun tipo, sperando che anche dopo questa batosta i vari responsabili del governo e del Paese sappiano trovare le risposte più giuste per conferire al territorio e alla nazione intera non più una qualsiasi “via d’uscita” ma bensì un’autostrada con le corsie al posto giusto e dei personaggi politici che sappiano ridare fiducia alla popolazione intera, rifugiati politici o meno inclusi.
CI HANNO SCRITTO