Don Thomann e la carta igienica fosforescente…

Foto inviata da don Gianni


Battute di una familiare conversazione durante la sua ultima visita in Terra Santa: piccoli ricordi quasi di “infanzia salesiana” …

Che cosa ricorda degli anni da tirocinante a Beirut ?

Ricordo alcuni dei pochi interni:  Marchetti, Araman, Bassignana … La grande povertà in cui vivevamo sia noi salesiani sia i ragazzi: all’inizio non c’erano materassi sufficienti per tutti, si mangiava poco. La disciplina ecclesiastica era stretta: noi chierici non potevamo accompagnare i ragazzi al cinema, tanto meno andarci da soli, neppure andare al mare, mentre i preti sì (Don Filiè e Don Zannini erano tra i più assidui). Ma io ricordo che con Bassignana il grande, facevamo un giro e raggiungevamo il mare da un’altra parte.  Qualche volta la domenica, dopo che gli altri erano già usciti , con  Don Bedon entravamo al Bristol passando dalla porta di servizio e andavamo dal pasticciere, il signor Fontana, che ci aveva preso a ben volere e ci dava qualche leccornia.

E’ vero che lei, pur essendo Italo di nome,  era filo-Inglese ?

Mia madre era inglese! Nella scuola che avevamo ereditato dai Domenicani, tutto ancora parlava delle virtù Italiche e del passato regime: alle pareti i quadri di Cincinnato, Muzio Scevola … Io ammiravo la giovane regina Elisabetta che era salita al trono d’Inghilterra lo stesso anno ‘53.  Avevo ritagliato dal giornale e incollato una sua foto nella porticina interna dell’armadietto nella mia cella. Qualche antipatico la incorniciò con la carta igienica. Forse le sue simpatie andavano non a quella bella bionda ma a … “faccetta nera”!

Tornò a Beirut nella seconda metà degli anni ‘60…

Dal ‘66 al ‘68 facevo parte della sezione Anglo-Americana, di cui era incaricato Bro Dell. Il catechista era Fr Leahy, un santo sacerdote irlandese, molto benvoluto da tutti. Fra i confratelli della comunità c’era l’anziano Don La Leta che quando mi vedeva chiacchierare con le signore americane storceva il naso … ma poi lo rimetteva a posto con una tiratina/sniffata di tabacco !

Quanti piccoli scherzi gli facevamo! Una volta sequestrai una pistola ad acqua a un ragazzo che la usava in classe… In sacrestia, dall’altra parte del separé, schizzavo qualche spruzzo su Don La Leta che era assorto in preghiera. Il signor Elias Salameh (un bravissimo attore) era d’accordo con me e faceva credere a Don La Leta che stesse piovigginando!

Un’altra volta lo convinsero che io nella colonia estiva tenevo tutto pulitissimo, ordinatissimo, e che perfino avessi dotato i WC di carta igienica fosforescente. Beh, lui volle venir sù e rendersi conto di persona. Appena arrivato disse che aveva urgente bisogno di entrare in bagno. Dopo un poco ricomparve con aria delusa: “E’ carta normale …”.  “Ma no, aspetti stanotte, è solo al buio che si vede l’effetto!”.

A proposito di pulizia … Lei ha lasciato il ricordo di una persona amante della pulizia. Ci sono due “leggende” che sono giunte fino a noi: qualcuno dei ragazzi di allora dice che quando Lei li accompagnava giù al mare voleva che ognuno si portasse anche una spugna e una  saponetta perché dopo la nuotata in acqua salata era previsto un bagno nell’acqua dolce del Nahr Ibrahim, altrimenti non si era ammessi alla merendina che la signora Righetti aveva preparato.

– Ah, ah, ricordavo le merendine, ma non questo particolare. Però trovo che era logico!

La seconda viene tramandata dai chierici di quegli anni. Al Hsoun la povertà era tanta, si risparmiava anche nel cibo [a questo riguardo, leggere la testimonianza di Mario Prosdocimo in altra parte del sito]. L’economo Don Giovanni Barbieri in un triennio aveva messo da parte un “tesoretto”.  Si dice che Lei come suo successore in  un semestre lo dimezzò per acquistare tendine, copriletto, tovaglie, utensili e articoli di pulizia …

– Beh, Don Moroni aveva abbellito la scuola, con l’aiuto di alcuni chierici artisti (Cecco, Nardi …). Io cercai di mantenere lo standard. Bisogna però dire che il fondo cassa che io trovai non era poi così pingue. Per fortuna che mi aiutarono alcune cooperatrici insieme al direttore Don Del Mistro.

Ritornerebbe in Libano ?

Francamente, alla mia età, no! Sono stato molto bene, conservo un bel ricordo, ma tornare no. E poi il Libano non è più quello di una volta. La scuola di Beirut non c’è più …

Don Gianni – Terra Santa 2009

TANTI AUGURI A :

CI HANNO SCRITTO