DIVAGAZIONI DA PRETE PER LA FESTA DELLE DONNE (2009)

Testo inviato da don Gianni nel lontano 2009, poco prima della Festa delle Donne di quell’anno e che abbiamo rimesso in sesto perché il testo ne vale ancora la pena, parola di Webmaster…

da | 07/03/2009 | VIVA LE DONNE | 0 commenti

Foto Incontro 2008


Il testo qui di seguito lo abbiamo pubblicato nel 2009 poco prima della giornata della Festa della Donna, siamo nel mese di marzo per intenderci – ndlr, don Gianni aveva fatto una riflessione alquanto interessante ed è per questo che ho pensato bene rimetterlo in sesto e pubblicarlo seduta stante…

Buona lettura

Diego

Er Webmaster..., SSB

Le nuove presenze femminili

Care Amiche, Cari Amici, sul sito al quale Di-Ki hanno rifatto il look e il make-up, continuano a comparire testi e foto dell’incontro che abbiamo vissuto il 27-29 Giugno scorso a Roma, tra il Fabulous sulla Cristoforo Colombo e l’opera Salesiana di via Marsala, per non parlare del ristorante «Tera e mare» (dove di mare abbiamo visto ben poco!).

Desidero sottolineare un dato: le nuove presenze femminili sono state una ventina (su un totale di circa 80 persone), il che è notevole!
Lasciatemele nominare, in modo che possiate più facilmente rintracciarle sulle foto.

Le tre Ferrandino giunte dalle parti di Padova: Antonella insieme al marito Giovanni, Gabriella e Fernanda. Le tre Penasa: Blanquiña e Rosalba (da Madrid) e Maria Stella insieme a marito e figlio (da Bologna). Le due gemelle Rotta Loria: Carla (da Chicago) e Marina (da Roma). Le due sorelle Congiu: Elena dalla Sardegna e Paola da Roma. Simonetta Maltese da Pisa. Le tre Patrizia: la Confalonieri da Senigallia, e altre due “Pat” (di Diego e di Rinaldo), Maria di Eddy con la figlia Maria Chiara; Michelina Laviani; Marina moglie di Paolo Conti e la figlia di cui mi sfugge il nome; Giuseppina moglie di Piergiorgio Conti; la mamma di Maurizio e di Tiziana Gai, infine mia sorella maggiore Antonia.

Graditissime le conferme dell’anno precedente: Kikka, Bruna Brughera, Bruna Vicinanza, Magali Kutchukian, Maria Laura Pedone, Iole Manetti, Mariella D’Andria, Jacqueline (la mamma dei Popolani, accompagnata dalla figlia Carolina), le rispettive signore di  Mario Bonapace, Raymond Bonapace, Salvatore Cataldo, Renato Coppa, Giuseppe Placenti,  Mario Prosdocimo, Sandro Sanguigno.

Commenti: le donne sono più generose, più pronte a entusiasmarsi, ad accompagnare dal nascere le nuove iniziative. Insomma: si può dire che “la salvezza viene dalle donne” ? Beh, non tutta, ma buonaparte. E allora, W le donne !  W le nostre ragazze !

Ed ora, visto e considerato il mio ruolo di sacerdote e di professore, un po’ di storia.

Dell’8 Marzo dovrebbero parlarci anzitutto le donne stesse, le nostre carissime. Ma – una volta tanto – prendiamo noi la parola (!).
Potrebbe scriverne il pri-Mario, iniziando dalla sua conterranea Angela MERICI, la quale già negli anni 1515-16 a Brescia aprì una scuola per l’istruzione e la formazione delle ragazze.

Oppure Diego, in quanto quasi concittadino di Lucrezia CORNARO, una coltissima donna poliglotta (parlava 6 lingue, compreso Ebraico e Arabo) che il Senato della Serenissima nel 1678 ammise, prima donna nella storia, a laurearsi (non in Teologia, perché alcuni prelati ritennero che non era confacente per una donna, ma in Filosofia) e ad insegnare all’Università di Padova.

Monsignor Flavio anche se non ha tempo di scriverci, è sempre presente nei nostri pensieri proprio per il suo rischioso impegno a difesa dei ragazzi e delle ragazze del Nord-est Brasiliano, da dove annualmente migliaia di ragazze vengono rapite per essere vendute schiave …

Eddy e gli altri che, come lui, promuovono progetti di solidarietà, adozioni a distanza …, hanno tutti i motivi per “festeggiare coi fatti” l’8 Marzo, simbolo della lotta contro ogni forma di discriminazione.

Spunti interessanti sulla condizione delle giovani donne nelle quattro parti del pianeta, li possiamo vedere negli speciali TV che Daniele filma durante i suoi continui spostamenti …

Quindi, per favore … fatevi sentire/leggere/vedere.

In attesa …io desidero, da un particolare angolo di visuale, indicare tre figure luminosissime di donne, che hanno reso il nostro mondo più umano e cristiano, e alle quali dovremmo tutti dire un grazie di cuore: una Albanese, una Trentina e una Piemontese.

Teresa di Calcutta ha incarnato il Vangelo nella maniera più tangibile e comprensibile, spendendosi con gioia per abbracciare i più poveri tra i poveri, nei quali vedeva Gesù stesso.

Anche Chiara Lubich ha coinvolto centinaia di migliaia di persone di tutti i Continenti nella sua rivoluzione silenziosa: amare sempre, amare per primi, amare tutti, senza aspettarsi contraccambio. In questi giorni, attorno al primo anniversario della sua scomparsa, si stanno organizzando eventi culturali, ecumenici, religiosi, che vedono la partecipazione di credenti (buddisti, ebrei, cristiani di tutte le confessioni) e non credenti ….

Nel suo piccolo Margherita Occhiena (1788-1856), la madre di Don Bosco, viene a proposito nel contesto della “festa della donna” in chiave salesiana. Senza di lei non avremmo avuto Giovanni Bosco educatore, prete, fondatore.
Rimasta vedova a 29 anni con tre figli (di 2, 4 e 14 anni), questa umile contadina analfabeta forma Giovannino al senso del concreto, al lavoro assiduo, alla solidarietà con chi è più povero di loro, a gustare l’amicizia e la gioia…. Con stile affettuoso e insieme fermo, tempera il “caratterino” altero e sognatore del suo bambino, correggere i piccoli capricci, gli insegna a riflettere per prevenire le spiacevoli conseguenze della superficialità e sbadataggine … Madre e catechista, lo educa a sentire Dio come una presenza amica che infonde fiducia, un Padre buono. Una esperienza che Giovannino interiorizza profondamente, lui che era rimasto orfano a 2 anni, e che poi sarebbe diventato padre di migliaia di ragazzi…

Mamma Margherita resta a fianco del suo Giovanni fino alla maturità umana e sacerdotale. Negli anni di studi a Chieri, non lo “mantiene” ma lo incoraggia a mantenersi, pagandosi la scuola e i libri facendo il sarto o il falegname, il cameriere o il barbiere. Il giorno della sua ordinazione sacerdotale, divenuto “un altro Cristo”, gli ricorda che le anime si salvano con l’amore e la sofferenza. E lo ammonisce che se un giorno diventerà un prete ricco lei non andrà più a trovarlo.

Nata e vissuta in campagna, nel 1846 (a 58 anni) accetta di trasferirsi a Torino per aiutare il suo “Don” che ha cominciato a raccogliere ragazzi bisognosi in una cascina alla periferia malfamata della città e vuole farne non una scuola né tanto meno un collegio, ma una famiglia. Margherita diventa così “la mamma dei ragazzi dell’Oratorio”, con i quali usa lo stesso stile di dolcezza e fermezza…

Coglie ben presto la statura eccezionale di Domenico Savio, e la “stoffa” di quel gruppetto di giovani chierici sui quali Don Bosco ha puntato gli occhi per farne le pietre fondanti del nuovo edificio che la Madonna gli ha indicato in sogno: una società di religiosi educatori al servizio dei giovani poveri.

Quando, la sera del 18 Dicembre 1859 (150 anni fa) nasce la “Congregazione Salesiana”, mamma Margherita non c’è più (era morta il 25 Novembre 1856 a 68 anni) ma qualcosa del suo spirito rimane vivo nel cuore del suo Giovanni e da lui viene trasmesso per sempre ai suoi figli spirituali.