Disuguaglianze sociali in forte aumento

da | 12/02/2018 | CONCETTI E PERCEZIONI | 0 commenti

Alla vigilia del Forum economico di Davos, Oxfam (confederazione di organizzazioni non profit che attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo si dedicano alla riduzione della povertà globale), ha pubblicato un rapporto dal titolo “Ricompensare il lavoro, non la ricchezza“.

Il fatto è che la distribuzione del reddito nel mondo, è sempre più ingiusta: l’1% della popolazione più ricca possiede l’82% della ricchezza prodotta, mentre 789 milioni di persone del pianeta vivono in condizioni di “povertà estrema”. Il rapporto sottolinea come la ricchezza dei miliardari – legata molto più a posizioni di rendita che alla fatica del proprio lavoro – sia aumentata, tra il 2006 e il 2015, del 13% l’anno: sei volte più in fretta di quanto siano cresciuti i salari dei lavoratori.

Il lavoro scarsamente pagato della maggioranza della popolazione mondiale alimenta la ricchezza di pochi. Le condizioni di lavoro peggiori spettano alle donne, mentre quasi tutti i super ricchi sono uomini. I calcoli presentati nel rapporto utilizzano i dati della distribuzione della ricchezza globale del Credit Suisse 2017, mentre la ricchezza dei miliardari è calcolata usando la lista di Forbes.

Nel giro dei prossimi 20 anni, 500 tra i più ricchi al mondo daranno in eredità 2.400 miliardi di dollari. Una cifra superiore al Pil dell’India. A titolo di esempio, nel 2016 le cinque maggiori aziende di moda hanno versato complessivamente ai propri azionisti la cifra sbalorditiva di 6,9 miliardi di dollari. Ai nostri giorni, 42 persone possiedono la stessa ricchezza dei 3,7 miliardi di persone meno abbienti. E ancora, appena 61 persone possiedono la stessa ricchezza della metà più povera della popolazione mondiale.
Detto in un altro modo: I’1% più ricco continua a possedere più ricchezza di tutto il resto dell’umanità. Il rapporto offre uno spaccato interessante sugli ultra ricchi. Al momento se ne contano 2.043, di cui 9 su 10 uomini. L’aumento della loro ricchezza nell’ultimo anno è pari a sette volte la quantità di denaro necessaria a far uscire 789 milioni di persone dalla povertà estrema.

E la situazione è persino peggiore se si guarda alla disuguaglianza patrimoniale, più elevata di quella del reddito. In questo caso, infatti, l’1% più ricco possiede più del restante 99 per cento. E nel tempo il divario cresce. Negli Stati Uniti, per esempio, la ricchezza in mano allo 0,1% più ricco è passata dal 7% al 22% tra il 1978 e il 2012. Disuguaglianze nazionali crescono in 7 Paesi su 10. L’andamento della disuguaglianza peggiora all’interno delle singole nazioni. Negli ultimi 30 anni, infatti, la diseguaglianza di reddito è cresciuta in tanti Paesi. Sette persone su 10 – scrive Oxfam – vivono in un Paese in cui la disuguaglianza di reddito è aumentata.

Rosaria Amato scriveva recentemente su La Repubblica che, il 10% più ricco della popolazione nell’area Ocse ha un reddito medio disponibile che vale nove volte quello del 10% più povero, ma in Italia è anche peggio, il divario è pari a 11 volte. Se dal dopoguerra in poi le disuguaglianze si erano lentamente attenuate, negli ultimi vent’anni il fenomeno s’è invertito e con la crisi le distanze tra poveri e ricche si sono accentuate.

E’ una situazione che rischia di mettere in gioco il nostro sistema politico. L’economia si è globalizzata senza la presenza di un’istituzione pubblica globale capace di impedire il manifestarsi di fenomeni, come l’ingiusta distribuzione del reddito prodotto, in pieno conflitto con i principi di un’autentica democrazia.

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