CREMISAN: LE RADICI DELLA NUOVA VIGNA AFFONDANO NEL CORTILE DI BEIRUT

da | 11/09/2019 | DAI NOSTRI INVIATI | 0 commenti

Carissimi Amici e Amiche, a complemento del recentissimo bel video sulla Cantina, ho buttato giù velocemente una paginetta di cronaca-storia per riconoscere il merito a chi lo merita, evocando un segmento della molto più complessa e ricca sequenza dei fatti.

Il mosaico è fatto di tante tessere, ognuna lo abbellisce.

Ci sentiamo.

Gianni

Er Salesiano..., SSB

Vi racconto in breve come andarono le cose, in questa connection tra New York, Orvieto, Grusalemme e Cremisan. Nel settembre 2006 ricevo una inattesa telefonata da Beatrice: “Gianni verrà a trovarti Cotarella”.  – “E chi è?” – “È un mio amico, famoso enologo, qui lo chiamano “the wine maverick”, gli Israeliani gli hanno commissionato un maxi progetto … Ti saluta pure il sindaco di Orvieto….”.

Passa una settimana. Ci incontriamo a Gerusalemme, davanti a Porta Nuova. Un distinto signore accompagnato da una guida turistica del ministero dei culti, da un funzionario del ministero dell’agricoltura e da due guardie del corpo (armate), una delle quali mi fa: “Lei chi è?” – “Un amico…!”- “E cosa vuole?” – “Vorrei far vedere al dottore il mio istituto, qui vicino “Ratisbonne”. – “Avete due ore scarse, perchè alle 19.00 il ministro aspetta il dr. Cotarella Knesset”. – “OK!”

Saliamo in macchina e, appena fuori dalla portata dei due, svolto e prendo la direzione di  Betlemme. Attraversiamo il check-point (muro, filo spinato, barriera …), percorriamo le stradine di Betlemme: “Qui mi sembra l’Italia del dopoguerra…” Breve sosta di preghiera alla Grotta della Natività, poi sù a Cremisan. Offriamo il nostro miglior vino “David’s Tower”, e lui molto gentile e diretto: “Questo vino è fatto con il cuore, ma oggi si può fare meglio”. Seduta stante con l’economo don Franco Ronzani (altro ex-Houssouniota) il dr. fa il programma del rilancio di Cremisan in tre punti: “Piantare nuove vigne, rinnovare i macchinari, qualificare agronomi ed enologi. Segnalatemi nomi di tre-quattro giovani palestinesi che verranno a studiare nella mia azienda “Falesco”, nell’università della Tuscia  e poi a san Michele all’Adige. OK?”.  Restiamo senza fiato, vorremmo rispondere, ma squilla il cellulare e si sente la voce del tipo; prendo io il cellulare: “Dr. Cotarella, dove si trova?” – “Nel mio istituto!” – “Il ministro fa sapere che l’incontro sarà anticipato di mezz’ora”. – “No problem, prenderemo la via più breve”.

E così, fatta una velocissima telefonata a Beatrice origine di tutto (“Io son Beatrice che ti faccio andare”) e al sindaco Stefano (anche lui un tramite prezioso in questa storia, ancora oggi), risaliamo in auto e  dopo 45’ siamo all’entrata della Knesset. La guardia: “Lei è il dr. Cotarella, vero? Il ministro la sta aspettando. E lei – rivolto a me – non è previsto, può tornare a Ratisbonne!”- Ci salutiamo in fretta, e ci diamo l’appuntamento a Roma… al maxi raduno degli exallievi del Luglio 2007. Proprio così! Lui poi non potè venire per imprevisti dell’ultima ora, ma  se ricordate, sul tavolo del salone nel pomeriggio c’erano dei cartoni di vino e fu omaggiata a tutti una bottiglietta…

Poi negli anni successivi davvero Cotarella & Co. portarono avanti il programma e …, per venire ad oggi,  quanto avete visto e sentito nel video costituisce il consolante “traguardo di tappa” più recente di questa avventura che continuerà nel futuro.

Ma se non ci fosse stato il passato nei nostri incontri sul cortile della scuola a Beirut, questa storia avrebbe avuto tutto un altro percorso.

Don Gianni, Cremisan 11.09.2019

RADICI BEIRUTINE

​Carissimo Don Gianni, Ti ringrazio di questa menzione ma e’ giusto aggiungere che siamo stati in due, (vero Stefano? ), a percepire simultaneamente in Riccardo, nonostante i suoi impegni e successi internazionali per l’incomparabile preparazione ed intuizione professionale, l’uomo dotato di quella sensibilità e generosità umana fondamentale per capire, cogliere ed alimentare questo progetto allora tanto ambizioso.
E’ un vero orgoglio vedere questo video che sintetizza il percorso della storia di questa cantina ed evidenzia come con l’amore, il rispetto, la passione e la volontà di coesistere ( essenza salesiana) si può superare ogni ostacolo e si può realizzare una bellissima realtà, come CREMISAN.

Complimenti il video è stupendo e commovente!

Nell’augurio di visitare prossimamente Cremisan un caloroso abbraccio a tutti da NY!

Un mega abbraccio e ringraziamento di CUORE…

Beatrice DeMarco
Vice President, Import Contracts | Winebow Imports

RADICI BEIRUTINE

Grazie Don Gianni per aver condiviso un video meraviglioso, mi rattrista il fatto di non esser potuto venire al gran raduno e regalarmi una bottiglietta del tuo vino, ma sono anche curioso delle olive e dell’olio se ne fate.

Gli eventi che hanno dato forma e sviluppato ancor più questo progetto mi hanno estremamente commosso e ricordo le telefonate tra Bea e Riccardo a proposito di questo progetto… complimenti e tanti auguri bravi proprio!!!!

Un abbraccio forte

Umberto

RADICI BEIRUTINE

Carissimo Don Gianni e carissimi tutti, sono molto felice del fatto che Don Gianni abbia deciso (finalmente!) di storicizzare quella parte di eventi che hanno determinato la svolta nella vita di Cremisan a differenza di chissà quante altre “opere” andate perdute in questi anni.
Qui sta tutta l’importanza della collaborazione tra laici e religiosi.

In realtà la “scintilla” fu accesa da Beatrice che disse a Riccardo: ” Se ti rechi in Israele, vai dai salesiani che, forse, fanno un pò di vino e poi c’è un tale prete di nome Don Gianni Caputa che conosco da tanti anni essendo stato il mio insegnante al liceo di Beirut”.

Riccardo mi domandò se era vero e se lo conoscessi e io: “Beh! veramente per il Giubileo del 2000 hanno fatto 400 mila bottiglie e il Don Gianni che Ti dice Beatrice è il Vice Rettore del Seminario Salesiano di Ratisbonne. Un intellettuale di grande fama e grande prestigio che fa pure parte di commissioni internazionali per conto del Vaticano”
Ok ci vado! disse Riccardo che, tra l’altro, corteggiavo da due anni per farlo entrare nel progetto (io ero nel C. di A della Monrubio e ogni volta ci provavo ma Lui, nicchiava!).

Lavorare con Riccardo è un piacere unico perché è autorevole, competente e non molla mai.

Don Gianni (che ha passato il Suo “annus  horribilis” ) deve ricordare che abbiamo bisogno di tutta la Sua sapienza, la Sua saggezza e bisogna sempre guardare al futuro. Insomma, come dice l’inno del Liverpool  “you’ll  never walk alone”.
Per capire meglio il senso delle cose che ci stiamo dicendo, non tutte spiegabili razionalmente, vi consiglio di leggere il libro bellissimo di Vittorio Messori, “Quando il cielo ci fa segno”, Mondadori. 

Raccontare come fosse solamente un fatto tecnologico quel quarto d’ora in cui si intrecciarono telefonate tra New York, Gerusalemme e Monterubiaglio (Orvieto) sarebbe pura superficialità e a noi che piace il vino buono non piace essere superficiali!

Un abbraccio a tutti.

Stefano Cimicchi
stefanocimicchi@gmail.com

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