Da Beirut a Padova | Terza tappa : Istanbul – Belgrado
©Foto Mappa scovata su Internet …
Dopo tutti questi anni, oltrepassare il confine della Bulgaria è stato come un viaggio sulla Luna con Armstrong & CO : tutta una sorpresa in terra incognita…
La mamma sta molto meglio e dopo gli spiedini della sera prima lo stomaco si è rimesso al posto di prima e può finalmente restare seduta e chiacchierare con tutti, Daniele ed io siamo più che contenti, si fa baccano in auto dalla contentezza e, come da copione, arrivano le prime scoppole della mamma!!! Siamo in carrozza!!!
Dopo aver lasciato Istanbul alle spalle ci dirigiamo verso Edirne per poi dopo oltrepassare il confine fra la Turchia e la Bulgaria, sembra quasi una barzelletta sulla mappa, ultime parole famose!!!
Pochissime auto o altri mezzi per strada, non é che la Bulgaria fosse a quei tempi una delle mete preferite per le vacanze ma neanche un cane od un gatto per la strada, sembra essere in uno di quei cartoni animati con il famoso “Beep Beep” del coyote e del Road Runner, solo che stavolta il coyote ha le sembianze di una Ford Falcon verde pisello!!!
Arriviamo al confine con la Bulgaria e ci troviamo davanti un paio di guardie con gli occhi fuori dalla testa dato che secondo Luigi e papà non ne avevano mai viste prima di auto del genere. C’era anche una guardia con mitragliatrice che ci squadrava da una torretta, anche lui un po’ sorpreso e non si capisce bene quale sia la prassi da seguire in un caso come questo.
C’erano due sbarre abbassate e dopo un minuto o forse anche di più, una delle due sbarre si alza e papà si rifiuta di andare oltre per il semplice motivo che prima della sbarra alzata c’era un lago, tipo lago di Garda, ma di un colore veramente all’opposto del colore di qualsiasi lago o simile, non si capisce tanto bene per quale motivo si debba attraversare una pozzanghera di colore marrone scuro. Quindi con molta calma papà dirige l’auto di fronte alla sbarra ancora chiusa senza pozzanghera ovviamente e aspettiamo «l’alzata di sbarra», nuova procedura ufficiale di quell’anno! Solo che…
Solo che le guardie (se ne erano aggiunti altri di fucili) dall’altra parte della famosa sbarra tirano su i fucili e puntano direttamente al conduttore, con quello in garitta che aveva armato la mitragliatrice!!!! Papà alza una mano per calmare i fucili e mitragliatrice, senza troppa agitazione da parte dei due autisti ma con una paura tremenda da parte di mamma e noi due ragazzini, papà si riposiziona davanti alla pozzanghera per poi oltrepassare il confine bulgaro, con quello della mitragliatrice sempre con il colpo in canna!! Un film nel film! Abbiamo capito poi che la pozzanghera serviva a «disinfettare» i pneumatici, ecco perché il colore marrone “cacca di cane”…
Una delle guardie ci intima di fermare l’auto e scendere tutti dall’auto, senza toccare o spostare assolutamente niente di niente : vi posso assicurare che anche se non si parlava una sola parola di bulgaro, abbiamo tutti capito che caspita si doveva fare o quello che non si doveva fare, siamo sempre nel film…
Aprono il baule da una parte ed il cofano dall’altra, tutti a guardare il motore della Falcon a sei cilindri e poi tutti a sollevare valigie, aprire borsoni e borse varie, la famosa stiva del cibo e controllato il tutto in poco meno di un’ora. Si, perché il tutto è già durato un 45 o anche 50 minuti dall’attraversamento del Rubicone bulgaro. E poi arriva il patatrac finale come in qualsiasi film di spionaggio!
Sono in quattro a controllare i vari sedili da ogni porta aperta, sotto i sedili, introducendo anche le dita e la mano fra il sedile e l’appoggia schiena, l’appoggiatesta non esisteva ancora, con molta lena e tanta voglia di «scovare» qualcosa di non autorizzato! Per essere onesto con voi, noi due ragazzini si capiva ben poco anche se eravamo riusciti a racimolare qualche spezzone di discussione fra i tre adulti, ma a parte il fatto che giravano tutti con il fucile in spalla e con il tizio sopra che ci squadrava con la mitragliatrice, Daniele ed il sottoscritto si teneva la bocca cucita e sigillata per non causare altri danni non preventivati : una paura da sessanta che non vi dico!
Una delle guardie trova due riviste che mamma leggeva di tanto in tanto, OGGI e GENTE, riviste che parlavano di tutto e di tutti ma anche di niente per essere onesto, tutta roba che un sacco di mamme di allora leggevano durante la giornata con i figli a scuola ed il marito al lavoro. La guardia sfoglia OGGI, una marea di foto e, sempre secondo il copione dello stesso film, si imbatte in una foto a due pagine di Nikita Sergeyevich Khrushchev, personaggio più che importante dell’allora Unione Sovietica e due paragrafi di circa 10 cm di altezza con tanto di testo in italiano. Alzati cielo!!
Hanno telefonato subito in centrale, ci hanno chiesto di restare a qualche decina di metri dall’auto e poi ci hanno spiegato (!) che stavano aspettando un traduttore dall’italiano in bulgaro per sapere esattamente di che cosa parlasse l’articolo con la foto dello statista russo stampata sulla rivista!
Per farvela corta abbiamo aspettato più di una mezz’ora il famoso traduttore che é arrivato in bicicletta, poi un’altra mezz’ora per la traduzione dei due paragrafi della rivista e un altro quarto d’ora fra discussioni con il traduttore, con la direzione al telefono, con tutti quelli che erano presenti in quei momenti davanti alla garitta bulgara, con noi 5 a in pratica farsela sotto senza riuscire a capire di che caspita stessero blaterando! Vi posso assicurare che per due ore nessuno di noi ha aperto bocca!!!
Il telefono suona e dopo aver ricevuto la sentenza finale, ci lasciano partire e la mamma prima di rimettersi in auto regala la copia di OGGI al capo della guardia di frontiera, ci mancherebbe altro!!!
Siamo finalmente in Bulgaria, strade vuote a parte qualche camion ma tanti carri tirati da buoi e tantissimi ragazzi e ragazze in età scolastica che giravano per le strade con la cartella in mano da una parte e la vanga dall’altra. Daniele ed io non si capiva il motivo per la vanga ma Luigi e papà ci spiegarono poi la differenza fra una scuola a Beirut ed una in Bulgaria. Arriviamo a Sofia, molto bella, con una marea di donne che pulivano il centro città, tutte con un grembiule uguale di color azzurro/blu, poche auto ma tanta gente che camminava a destra e a sinistra e attraversava di continuo.
Se l’attraversata della frontiera fra la Turchia e la Bulgaria aveva oltrepassato le due ore, alla frontiera fra la Bulgaria e l’allora Jugoslavia si passa con tanto di saluto militare e un minuto dopo eravamo sul suolo jugoslavo, tutti a ridere e a scherzare per lo scampato «pericolo» bulgaro. Vai col tango…
Si arriva poco dopo Belgrado, senza troppi intoppi, per la terza tappa e dopo aver preso possesso delle varie camere ci ritroviamo tutti per una salutare Pasta e Fagioli stampo jugoslavo, non tanto distante dallo stampo italiota, una leccornia che abbiamo ingoiato in poco tempo, tanta era la fame.
Ed era anche la prima volta che si dormiva con i piumoni : siamo d’estate ma ve lo assicuro, dormire con il piumone é stato come rinascere il giorno dopo, una notte corta per certi motivi ma essenziale per la straordinaria facoltà del piumone (con piume vere all’interno) a rilassare qualsiasi parte del corpo, parola di webmaster!!!
CI HANNO SCRITTO