Cortile aperto a tutti…
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Mi é venuto spontaneo, parlo dell’articolo qui di seguito, intitolarlo così come l’ho scritto, mi sembrava giusto dare al nostro “cortile” il posto che si merita dopo tutti questi anni…
Buona Lettura
Al momento di lasciare la scuola nel lontano 1969 e dopo anche i fatti della notte precedente alla data di partenza, quelli delle patatine famose per tanti versi (…), non pensavo assolutamente a cosa sarebbe successo una volta messo il piede sul suolo italiano, non avevo idee precise su quello che avrei voluto fare o non fare, su quello che mi si diceva di fare e non fare, una marea di “consulenti” ma tanta voglia di non ascoltare nessuno, anche perché assomigliavo moltissimo ad un enorme punto interrogativo e aspettavo, con molta ansia, che si accendesse la famosa lampadina e che rischiarasse anche dove non era possibile.
Dopo l’euforia della ritrovata sensazione di essere “finalmente” a casa, mi sono confrontato con una realtà assai distante da quella che mi ero immaginato durante il viaggio di ritorno, non ne ero proprio preparato per niente e devo però anche ammettere che io a 17 anni e qualcosa, pensavo a tante cose ma non necessariamente a quelle più determinate e costruttive o anche fondamentali.
Ho perso un sacco di tempo a trovare un qualunque bandolo di matassa qualsiasi, mi sono incontrato in quei tempi più volte con due o tre ex-beirutini, la Francesca per esempio che mi voleva far entrare al Ca’ Foscari, ma la caciara e la baldoria permanente del nostro cortile non c’era più, ma di questo me ne sono accorto quando ormai era troppo tardi.
Chi non si ricorda le migliaia di cappellate che abbiamo inventato su due piedi, i milioni di scherzi, acidi e non, a spese di tante e tanti, il numero esatto forse, io direi anche anzi, non se lo ricorda nessuno ma in tanti abbiamo immaginato e ingegnato sceneggiature con molte volte dei finali non proprio all’acqua di rosa.
Però quello che più mi piaceva era parlare o sentir parlare degli ultimi film visti sia nei cinema di Place des Canons che in quelli della Rue Hamra, si discutevano per ore le tecniche utilizzate per far sognare gli spettatori, all’epoca i computer con gli “effetti speciali” non esistevano ancora ed un film chiamato “movimentato” era in pratica girato con cascatori che rischiavano talvolta anche di più del necessario, ma che lasciavano il segno nell’immaginazione nostra di quei tempi.
Ciccillo aveva già il diploma di “Mago Zurlì” con dieci e lode e molte volte ci spiegava i famosi trucchi con le carte visti al cinema, quelli più semplici ovviamente, chi non aveva azzeccato restava a bocca asciutta per almeno un altro semestre, Ciccillo era un parente lontano di Paganini, non ripeteva mai un trucco già “svelato”, neanche sotto la tortura…
All’epoca ci si andava in “squadroni” al cinema, il vostro servitore si è trovato parecchie volte ad una maratona pomeridiana, cioè tre film in mezza giornata, con Ciccillo e Hatter, sempre pronti a scherzare anche durante la proiezione con talvolta risultati assai improbabili, ma questo ve lo racconterò un’altra volta. Ovviamente si cercava di scegliere film che erano programmati nelle vicinanze, cioè se andavamo per un film alla Rue Hamra, ci si restava anche per gli altri due, molte volte avremmo dovuto fermarci al primo film ma la voglia di vedere un altro film, oppure la voglia di non tornare a casa, era molto solida e quindi facevamo le ore supplementari anche quando non ce n’era bisogno.
Abbiamo visto una marea di film, una massa incalcolabile di film che ricordo ancora, quasi tutti, alcuni da ricordare anche ai giorni nostri, altri da dimenticare appena passata l’uscita del cinema, qualcuno rivisto il giorno stesso, la maggioranza vista in televisione anni dopo, mi sono fatto qualche soldino all’epoca minacciando di raccontare la fine se non si allungava qualche lira, poche per la verità, ce n’erano poche di lire in quei giorni…
Insomma mi sono fatto una discreta “cultura” cinematografica grazie alle nostre “uscite cinema” di quei tempi e, appunto, mi piaceva un sacco discutere dei film visti con altri dei membri delle classi dell’epoca, ci facevamo un sacco di film rifatti, con finali diversi o con attori diversi, chi era per Tizio e chi per Caio, non ci dimentichiamo che era appena sbarcato il primo dei film di Sergio Leone e le file per andare a vedere “Per Un Pugno di Dollari” erano semplicemente strabilianti, per non dire altro…
Mi ricordo come se fosse ieri una discussione per sapere se estrarre la pistola e sparare come faceva Clint Eastwood era possibile o meno, nessuno l’aveva mai visto fare prima e da quel giorno la metà della scuola non parlava d’altro, poco da ridere e scherzare, cose serie evidentemente …
Fra qualche giorno riprendo il filo di questo “pensiero” del tempo che fu e ne riparleremo con più calma, parola di webmaster.
Ogni Sabato papa’ mi portava al cinema AlHamra a vedere i cartoni animati. Da Bugs Bunny a Donald Duck, da Tom and Gerry alla Pantera Rosa, eran garantite risate, soprattutto per mio padre che si’,ci portava me, ma che andava soprattutto per se’ stesso.
Il ticket comprendeva popcorn gratis e si poteva vincere qualcosa a meta’ show.
E cosi’ son tornata spesso a casa con dei set da cucina per le mie bambole, un vero pesciolino arancione, e altre cose che non ricordo.
L’oretta passava troppo presto, ma sapevamo che ci saremmo tornati il sabato prossimo.
Sono cresciuta senza televisione e in retrospettiva ne sono contenta, perche’ il cinema rappresentava un premio, un regalo, una scoperta, e poi la notte si sognava di un gatto e di un topolino alle prese con una papera che camminava come una pantera rosa. Piu’ tardi i film visti nei vari cinema della Hamra furono soprattutto dei momenti sociali, in cui si incontravano coloro che in settimana eran nel nostro cortile. Non ho mai dimenticato la magia di quei sabati, e quando mi ritrovo a Beirut mi ritrovo a sognare ad occhi aperti alle poltrone vellutate del Piccadilly, all’ambiente calmo del Marigny….
Oramai i cinema son diventati negozi, o dei bar, ma se uno si concentra forte forte riesce a ritrovare quei momenti di anticipazione mentre si faceva la fila per comprare il biglietto, orchestre, balcon o club.