Come sarà il Natale 2020 e in quanti saremo attorno al tavolo ?
Ormai anche i “grandi” aspettano Babbo Natale, chi per agognati regali e chi per i congelatori sottobraccio…
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Nuovo episodio della nostra “CoronaStrunz Story”, però non c’è tanta voglia di scherzare e quindi mi astengo di dire le quattro baggianate che di solito arrivano prima del testo “serio”, non ne vale veramente la pena.
La situazione sia in Francia che in Europa e nel resto del pianeta non è che sia di quelle che si possono catalogare ancora con il sorriso stampato, si muore sempre in tanti e tanti stanno ancora battagliando come matti per fare in modo di perdere il minor numero possibile di vite, di persone, di esseri umani.
Non so ancora come ci arriveremo a Natale, il governo francese ha stabilito che solo per i giorni 24 e 31 di dicembre siamo liberi di andare e venire come si vuole e dove si vuole ma a partire dal 15 dicembre siamo tutti in “coprifuoco”, coprifuoco che rimpiazzerà il Lockdown attuale. In pratica non si potrà più uscire durante le ore notturne e di prima mattina, come del resto un po’ dappertutto, Italia compresa.
Oddio, non vorrei essere più pignolo del solito ma attualmente, anche senza Lockdown, non è che si possano fare quattro salti in discoteca o assistere ad una proiezione cinematografica, o addirittura andare a trovare amici non visti da ormai un mese e mezzo e fare una serata tutti assieme in un qualsiasi ristorante, bettola, osteria, o mi sbaglio???
Qui in Francia, purtroppo i ristoranti e Bar saranno abilitati ad aprire le serrande solo a partire del 20 gennaio, una crisi terribile che si sta “accomodando” in tante parti sia europee che fuori. Chissà quando potremo lasciare il CoronaStrunz dietro l’angolo, in una discarica permanente, distrutto, debellato e a “riposo” per sempre.
In ogni caso, i vaccini stanno arrivando, per via aerea, per mare, per treno, per autobus o per taxi, tutti a fantasticare sul “come accumulare e immagazzinare la montagna di fialette”, ghiacciaia meno o ghiacciaia più. Il vostro webmaster appartiene alla categoria “due”, categoria specificata dal governo francese dove la CAT 1 è rappresentata dal personale medico e affini, senza dimenticare tutti quelli che girano attorno a Ospedali & Co come del resto le persone più anziane e più vulnerabili. La CAT 2 è la categoria di quelli di una certa età cioè sopra i 65 anni, fino ai 70, non mi sono neanche accorto che ho sorpassato anch’io i 65 anni, anche se ho sempre avuto dodici anni da tanti anni…
Nel frattempo abbiamo perso un Diego, quello che ha fatto e disfatto difensori e centrocampisti avversari, quello che dormiva, mangiava e si divertiva con un pallone di calcio, anche quando non te lo aspettavi. Il Diego che ha anche segnato con un aiuto esterno, “la mano di Dio”, una mano che all’epoca hanno visto solo in televisione, il povero arbitro tunisino è diventato famoso per una “svista” che per la sua sagacia con il fischietto in bocca. Diego l’ha anche incontrato in Tunisia dove abitava e in pratica lo ha anche ringraziato, con foto e articoli sui giornali di mezzo mondo il giorno successivo.
Ma abbiamo perso anche un Gigi, Proietti di cognome, romano di nascita e di vita, attore straordinario, per le sue tiritere di Trilussa con accento d’epoca ed una luce negli occhi tutta particolare, per la cultura e per la sua maniera di “esporla” questa cultura, più vicina “ai romani de Roma”, sensibile e delicata come veritiera ma anche “nostra”.
E poi, prima di stampare definitivamente sul sito queste righe, abbiamo purtroppo perso anche Aldo Moser, sedici Giri d’Italia, morto all’età di 86 anni, vittima purtroppo del Covid-19 ed era anche il fratello maggiore di Francesco Moser, quello che ha anche vinto parecchio.
Sembra ieri quando Daniele ed il sottoscritto, ragazzini in quel di Beirut, seguivamo il Giro d’Italia per radio, talvolta, ma sopratutto attraverso il Corriere della Sera e rifacevamo le tappe attorno al tappeto del soggiorno, con tanto di tappe di montagna e a cronometro. Ritagliavamo le figurine dal Corriere dei Piccoli che trovavamo alla Librairie Française e si “ridisegnava” il Giro secondo le tendenze di giornata, cioè vincevano sempre quelli di cui si faceva un tifo d’epoca remota. Cioè Aldo Moser vinceva spesso e volentieri, no kidding…
Un saluto a tutti e tre, come un saluto a tutti coloro che si sono accomodati altrove, in un Bar permanente, sempre aperto anche con il CoronaStrunz in giro.
Purtroppo non riesco a leggere come prima, non so bene il perché o percome ma sospetto che una permanenza forzata in casa o appartamento non vada tanto d’accordo con il sottoscritto dopo un certo periodo di tempo. Vai a sapere…
Ho iniziato a leggere un libro riguardo la storia del giornale “Le Canard Enchainé”, un giornale che non accetta nessuna pubblicità stampata e quindi non deve sottostare a esigenze di “mercato pubblicitario” per rifondare le casse del giornale stesso, interessante ma…
Mi sono stufato di leggere il libro per vari motivi e allora ho intrapreso la lettura di un libro scritto da uno degli archivisti della Città del Vaticano da oramai tanti anni (JOHAN ICKX) e che ha rispolverato le scartoffie che sono state accatastate durante la Seconda Guerra Mondiale quanto a quello che sapeva o conosceva il Pontefice PIO XII in merito alla situazione e deportazione degli ebrei durante il conflitto stesso. IL libro si intitola “LE BUREAU – LES JUIFS DE PIE XII”, anche molto interessante e scritto con molta cura del dettaglio, tutto catalogato e redatto durante gli anni della guerra, messo in ordine e trascritto dall’autore stesso.
Ma anche qui dopo le fatidiche 100 pagine mi sono stancato di leggere a proposito delle vicende pontificali durante il conflitto mondiale ed invece di riprendere il primo libro ho invece aperto un libro della scrittrice USA Toni Morrison, intitolato, in francese “Délivrances”, libro straordinario per come è stato scritto e pensato ma che ho aggiunto dopo un numero fatidico di pagine alla pila iniziata qualche settimana fa sulla parte destra della mia scrivania. Da tenere presente che il libro della Morrison l’ho comprato due volte, la prima nella versione originale mentre la seconda volta in versione francese : il libro è scritto in versione afro-americana e purtroppo non sono riuscito a capire e assimilare tante delle righe scritte dall’autrice statunitense, ammetto che anche in francese talvolta devo leggere la stessa riga un paio di volte!!! Molto probabilmente non sono del tutto “up to date” o allora sto rincretinendo professionalmente o anche del tutto, annerire la casella opportuna…
Ho un serio problema di concentrazione ma fortunatamente ho anche scoperto di non essere il solo ad aver queste carenze, nessuna soluzione di continuità all’orizzonte e quindi molto probabilmente ritornerò a girare le pagine del primo libro, o del secondo, forse il terzo…
CI HANNO SCRITTO