C’era una volta Michel Antaki…

Una vita vissuta di un libanese DOC in quel di Liegi, conosciuto per caso e che ho sempre nello scompartimento “Memoria & Co”…

da | 10/02/2021 | IMMAGINI DI MEMORIA | 0 commenti

Una delle tante foto di Michel Antaki scovata su internet…

 

Oggi sarebbe il compleanno di un grande amico che ho avuto la fortuna di conoscere tanti anni fa in quel di Liegi, una persona di una cultura eccezionale ma anche e sopratutto di una maniera di vivere totalmente all’opposto della stragrande maggioranza di tanti di noi, una vita interamente dedicata agli altri, indipendentemente della nazionalità, lingua o colore della pelle, tutti gli altri.

Oggi avrebbe compiuto 75 anni un certo Michel Antaki, nato a Beirut il 10 febbraio del 1946 e morto, purtroppo, durante il mese di giugno del 2019, di genitori Sirio-Libanesi e approdato in Belgio tanti anni fa per terminare i suoi studi universitari a Bruxelles. Non vi sto a raccontare tutta la sua vita per carità, ma vi racconto invece come l’ho conosciuto, incontrato e apprezzato, discussioni interminabili e pacchetti di sigarette finite alle cinque del mattino quasi sempre.

Ci siamo conosciuti per caso, attraverso un giornale quindicinale, poi diventato mensile, di cui Michel era il capo-redattore e che faceva scalpore non solo per come era scritto ma sopratutto per la scelta assai improbabile e straordinariamente nuova degli articoli di base, tutto un programma. Siamo diventati “amici” in pratica dal primo secondo, non sto scherzando, ci sono strane sensazioni quando incontri qualcuno che ti lascia un certo non so che in testa, una filosofia di vita che ci accomunava anche per il fatto che quando ha saputo che avevo abitato e vissuto in quel di Beirut, non voleva più mollare il braccio che mi stringeva, presentandomi a destra e a sinistra come l’amico di Beirut.
Abbiamo fatto notte fonda sin dal primo incontro, dovevo andare a lavorare il giorno dopo ma non avevo nessuna voglia di spegnere la “lampadina” che si era accesa al momento della stretta di mano.

Aveva una idea dopo l’altra, sempre e molte volte anche quando meno te lo aspettavi, durante una cena o una birra/panino dietro l’angolo, aveva una insolita maniera di ragionare ma quello che più mi affascinava era e resterà il fatto che più le idee erano bislacche o strambe, più lui riusciva sempre a metterle in atto, anche quando si trovava tutti contro.
Un giorno, durante uno di questi momenti “panino e birra”, uno dei camerieri spinge maldestramente fuori dal Bar/Snack un povero disgraziato che cercava di racimolare le “briciole” lasciate dai tanti presenti in quel momento, non voleva chiedere l’elemosina ma voleva solo “mangiare” quello che restava sui vari tavoli e tavolini prima che tutto venisse sbarazzato dai camerieri & Co. Ci siamo alzati tutti e due allo stesso momento ma ho dovuto trattenere Michel per non causare una di quelle scene alla “Rocky Balboa”, stava apostrofando il cameriere in maniera non troppo “amichevole”, con il panino che gli stava saltando fuori dalla bocca per la cantilena di insulti o quasi che sgorgavano in maniera molto dettagliata. Era un amante puro e duro del francese e arabo scritti con cura, con l’aggettivo al posto giusto ed ogni parola soppesata per l’effetto migliore, ma quello che stava uscendo dalla sua bocca era soppesato altrove, non so se mi spiego.
Terminiamo il panino da un’altra parte e fin che stavamo discutendo dell’accaduto, questo povero ragazzo che voleva solo le famose briciole si è avvicinato e l’abbiamo invitato a sedersi e a finire i nostri due panini senza pensarci due volte.

Una settimana esatta dopo, Michel mi chiama per domandarmi di venire di corsa, per la cronaca io abitavo e lavoravo a Bruxelles e lui abitava e lavorava a Liegi che sono 80 kms in pratica, aveva affittato uno spazio, vuoto da anni, per qualche soldo e aveva installato quasi tutto il suo appartamento con televisione, letto e lavatrice compresa per dare un colpo di mano a tutti questi poveracci che girano per le strade. Dare loro la possibilità di farsi una doccia, lavare la biancheria e trovare qualcuno in cucina che preparava solo e soltanto piatti libanesi & Co. Il giorno dell’apertura di questo “appartamento” un po’ speciale c’erano una marea di canali televisivi, di giornalisti ma anche una marea di “amici” della strada che facevano il turno per utilizzare gli elettrodomestici e la doccia, il tutto con una Band che faceva da contorno e che dava un senso di “festa” anche se c’era poco da festeggiare. Michel aveva affittato il locale per un mese soltanto ma dopo averci parlato in varie riunioni e meetings, il locale lo abbiamo affittato per altri tre o quattro mesi, non mi ricordo più tanto bene, un successo di “popolo” che ha dell’incredibile e dell’anomalo, poco ma sicuro.

Ecco, questo è uno dei tanti momenti che mi hanno fatto riflettere, un gesto del genere non verrebbe in mente a tanti di noi, anzi, un approccio della realtà di vita che è all’opposto di una marea di “luoghi comuni”, “prese di posizione”, non ha importanza il governo od il paese in cui ci troviamo.
Ne abbiamo fatte di cotte e di crude, quasi 30 anni passati a “cazzeggiare” come si faceva nel cortile, un amico che si trova sempre con me, insieme a me e che faccio fatica a dimenticare.

Shoukran Michel…

TANTI AUGURI A :

CI HANNO SCRITTO

        Tags : | Beirut revolution |