IL CORTILE | ALLIEVI
Casini Bruno
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1970 |
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Purtroppo il nostro caro BRUNO è partito per altri lidi…
Un saluto molto caro e amichevole da parte nostra a tutti coloro che se ne sono purtroppo già “iti”…
Bruno è stato mio compagno di classe, qualche anno ripetuto, una vita più difficile, eri adulto e noi ancora ragazzi, forse non tutti lo capivano!
Sempre seduto davanti a me, puntuale a scuola, due minuti dopo avevi la testa sul banco e te la dormivi…ne avevi proprio bisogno, anche se mi avrebbe fatto comodo tu stessi dritto a farmi da paravento; ogni tanto ti svegliavi e mi chiedevi che stavamo facendo….dormi poi te lo dico.
Riservato tenevi per te le tue difficoltà, ed io facevo finta di non sapere nulla.
Ricordo ancora quella mattina che mi hai detto…”mi sono innamorato, non scherzo, si chiama Luisa….” E ti brillavano gli occhi, avevi ragione ti eri proprio innamorato, la vita ti ha sempre aggredito, i dolori ti hanno sempre accompagnato, per me sei stato un grande, compagno amico e maestro di dignità!
(F.Silli)
Caro Casini, devi scusarmi ma ti ho conosciuto molto poco, ricordo solo che eri un bel Fi…..o, eri affascinante ma purtroppo essendo stata solo un anno dai Salesiani e tu eri in una classe più giovane non ho avuto occasioni di frequentarti e me ne pento.
Ti posso solo dire che sei e rimarrai come un dolce viso ed quei capelli biondi con ciuffo un’immagine che non scorderò mai.
Un abbraccio stretto e sorridi sempre così come voglio ricordarti.
Ciao caro
Bruna (B. Brughera)
Caro Bruno,
La prima volta che ho incontrato Bruno, guidava una Pontiac rossa decappottabile, sgommava lasciando dietro di sé un fumo bianco e mezzo chilo di copertoni, allegro e spensierato. Erano i giorni tranquilli. Poi la bufera, la morte del papà, la fabbrica di olio a Qubayyat, si chiamava San Giorgio, in grandi difficoltà, sempre più grandi, una mamma molto forte, ma con un compito impossibile da portare avanti….
La macchinetta rossa, una Daf variomatic del ’66, era il nostro cavallo di battaglia…Quando pioveva o avevamo qualche amica/o con noi, lasciavo la lambretta sotto casa di Bruno, a due passi dalla scuola e andavamo in giro…spesso senza meta, ma molto più spesso con indirizzi precisi della Beirut notturna! Pochi soldi in tasca, ma sufficienti per poter passare alcune ore immersi in un mondo di adulti, che allora ci appariva il luogo vero del divertimento, del sentirci “grandi”. E si facevano sempre ore piccolissime, al punto che si faceva in tempo solo a darci una rapida lavata e andare a scuola. Io resistevo al sonno abbastanza bene, ma Bruno entrava in catalessi appena seduto sui banchi di scuola…..
Quante serate passate a casa sua, un piatto di spaghetti, sdraiati sul letto a chiacchierare e poi immancabilmente il sonno che ci rapiva e ci faceva ritrovare infreddoliti la mattina dopo, sempre in ritardo. In quel periodo vivevo solo a Beirut con mio padre, ma la sera dopo il lavoro iniziava la sua vera passione, il bridge e certamente la compagnia delle filippine che lavoravano da noi non era molto esaltante, per questo la voglia di tornare a casa, già di per sé bassina ..evaporava rispetto alla prospettiva di stare insieme a qualcuno che viveva altrettanto in solitudine.
Ci facevamo compagnia, con Bruno, un ragazzo in un corpo di uomo fatto, barba dura, alto, che amava giocare e scherzare, ma le notti da soli si raccontava, mostrava la sua insicurezza, il dolore per la perdita di un papà amato, la preoccupazione per una mamma in difficoltà, gli zii e i cugini che non sembrava fossero così vicini come dicevano. Ma la preoccupazione più forte lo riguardava da vicino. Sapeva che non aveva voglia di studiare e che la sua vita sarebbe stata diversa da quella che aveva immaginato da piccolo ma ignorava in quale direzione….
Ho reincontrato Bruno a Roma, sono stato con lui a ritrovare la mamma, sempre molto bella, abitava in Via Flaminia nuova, vicino la casa dei miei. Era sposato e preoccupato per il suo futuro….dopo un po’ di tempo mi sono fermato ad un banco di frutta lungo la Via Pontina, all’altezza degli studi cinematografici De Laurentiis…e lì, con il sorriso di sempre, molto affaticato, l’ho riabbracciato.
Con un gruppo di persone avevano “occupato” i terreni lasciati incolti della casa di produzione e coltivavano frutta e verdura. Un lavoro faticoso, che rendeva poco, ma negli occhi, forse per la prima volta, uno sguardo sereno con quegli occhi che svelavano una persona sensibile e buona, decisa a difendere fino in fondo il suo buon diritto di poter lavorare e vivere.
Questo è il mio Bruno, un compagno di giochi da grandi fatti da ragazzini immaturi, che si sentivano molto molto grandi, un amico di notti insonni passate a parlare di noi e del mondo,in fondo una speranza di potercela fare, con la sua donna che amava di tenerissimo amore…Ce l’hai fatta Bruno, anche tu passando velocemente per questa terra, hai lasciato un seme di affetto e di amore in chi ti ha conosciuto bene, così diverso da tutti noi, apparentemente indifferente, ma dolce e sensibile come pochi…Ti voglio bene.
Vostro Eddy (E.M.Iozia)