IL CORTILE | SACERDOTI & CO
Carboni Lucio Don
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03/01/1912 |
Purtroppo il nostro caro don Carboni è partito per altri lidi…
Un saluto molto caro e amichevole da parte nostra a tutti coloro che se ne sono purtroppo già “iti”…
Mancato a Treviglio, 23/11/1981 a 69 anni
Don Carboni era una pasta d’uomo, gentile, premuroso, con una timidezza a volte malcelata. La soverchiante personalità di Don Zannini nella parrocchia di Abadan lo relegava spesso nella penombra dove peraltro Don Lucio non sembrava trovarsi a disagio.
Era originario di Osio Sopra (Bergamo) dove la sua famiglia possedeva una villetta con giardino. Mi ricordo un suo parente (cognato? fratello?) affetto da poliomielite.
Era amante della fotografia, particolarmente delle foto in diapositiva. Ricordo le serate passate davanti allo schermo di proiezione quando si commentavano le immagini, di solito di un viaggio, e Don Carboni mi magnificava il blu intenso della Kodakrome, oppure faceva qualche appunto alle mie foto…dovevi chiudere di mezzo diaframma e sarebbe stata perfetta!
Don Lucio aveva perso il dito medio della mano sinistra, se ricordo bene, quando avventatamente si era aggrappato (causa il mare grosso) alla mura di un barcone che stata attraccando alla piattaforma petrolifera “Gatto Selvatico” nel golfo persico. La violenza di un’onda provocò l’urto della barca contro le strutture in acciaio della piattaforma maciullandogli la mano. Riuscirono a salvargli tutte le dita escluso il medio che fu amputato.
Nella Scuola di Beirut Don Carboni aveva il compito di avvisare le classi, e lo faceva attraverso il vetro della porta mostrando le mani aperte, a significare che mancavano i famosi 10 minuti alla fine della lezione.
Rimase proverbiale la battuta di Bruno Miggiano quando una volta all’apparire di Don Lucio disse “mancano nove minuti”, alludendo al numero delle sue dita.
Qualche anno più tardi fu colpito da un ictus cerebrale che gli provocò difficoltà nella parola e nell’uso dell’arto superiore. Vederlo in quelle condizioni fu per me come un pugno allo stomaco. Si capiva che non gli restava molto tempo per vivere. Non ebbi più sue notizie fino a quando una telefonata mi annunciò il suo decesso.
Ho di lui un dolce ricordo. Mi piace pensare che sia sepolto nel cimitero di Osio Sopra in provincia di Bergamo dove abitava la sua famiglia.
M. Prosdocimo
SACERDOTI
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