Beyrouth 2020

Journal d’un effondrement

AUTORE


  • Charif Majdalani
    Nato a Beirut nel 1960, studi di letteratura all’Università di Aix-en-Provence tornò in Libano nel 1993 dopo aver sostenuto la sua tesi su Antonin Artaud. Dal 1995 partecipa alla rivista di opposizione L’Orient-Express, responsabile della sezione letteraria.

CASA EDITRICE


Beyrouth 2020 : Journal d’un effondrement

di Charif Majdalani

Data di uscita : 27/09/2020 | 160 pages | EAN : 9782330143695 | Edizioni : ACTES SUD


Libro interessante, ben sviluppato e con molti attimi di vita “beirutina” prima, durante e dopo il “boum” del porto, con tanto di quella storia che racconta quanto Baba, Berta, don Vittorio e tanti altri hanno vissuto e stanno vivendo in questi giorni, Covid più o Covid meno. Un salto nella Beirut distrutta per l’ennesima volta dopo una trentina di anni, o forse anche di più, di governi istituiti solo per “sbafare” più in là del proprio piatto di una minestra che ormai è già finita da un pezzo. Un disastro nel disastro, un paese che sta morendo “à petit feu”, il tutto condito da una situazione economica che sta diventando una  “non barzelletta”, in un paese in cui tanti di noi hanno vissuto e studiato.
Il libro è scritto come se fosse un diario, capitoli corti ma pieni di senso e anche di un certo coraggio, gente che è ritornata a vivere a Beirut dopo la laurea o dopo il primo lavoro altrove, solo per dare una mano a far ritornare il Libano e la capitale quello che erano solo pochi anni fa. Attraverso le pagine del libro mi sono rivisto a Beirut, andando a scuola e ritrovare i miei compagni di classe, sentire il caratteristico odore del mare che entra dalle narine e che non ti molla più, un odore che va di pari passo con le immagini dei momenti vissuti in spiaggia, o al St Georges quando si giocava a carte, oppure al Longbeach con tutti gli altri che giocavano a Tarnib sotto un ombrellone, mentre Ferruccio si faceva due o tre vasche sotto acqua tanto per non perdere il vizio e l’allenamento.

Poi arriva il giorno del “BOUM” al porto, con le finestre ed i muri che hanno cominciato a muoversi prima che il rombo della deflagrazione arrivi alle orecchie, un sacco di gente che sanguina per le ferite, non solo fisiche in questo caso, sembra l’inizio di un’altra guerra a detta dell’autore che, come centinaia di altri libanesi, incomincia a vagare per le strade distrutte con una miriade di vetri rotti, macchine distrutte dal soffio dell’espolosione, case che non esistono più, sangue e feriti dappertutto e con gli ospedali senza elettricità a causa dello scoppio.
In cinque secondi esatti, scrive l’autore, duecento morti, cento e cinquanta dispersi, seimila feriti seri e duecentomila abitazioni andate distrutte, cinque secondi che hanno cambiato per l’ennesima volta le sembianze di Beirut e dei suoi abitanti.

Mi sono riletto quanto Baba la Berta e don Vittorio hanno inviato, capisco ancora di più certi passaggi di quanto scritto, con una delusione che traspare da ogni riga, più che delusione un immenso rammarico di aver lasciato il Libano derivare per acque piene di coccodrilli e piranha, senza poter farci assolutamente nulla. Il libro amplifica quanto tracciato dalla Berta, Baba e don Vittorio, anche se l’autore scrive da libanese per i libanesi, tutti i libanesi, per un Libano che abbiamo perso per strada…

 

TRAMA


Tratto dal sito delle Edizioni ACTE SUD : 

Au début de l’été 2020, dans un Liban ruiné par la crise économique et l’inflation, dans un Beyrouth épuisé qui se soulève pour une vraie démocratie alors que le monde est pétrifié par le coronavirus, Charif Majdalani entame la rédaction d’un journal.
Il entend témoigner de cette période terrible et déroutante, la confronter à son expérience, à ses réflexions et à ses émotions – peut-être aussi espère-t-il la supporter grâce à l’écriture.

Cette chronique de l’étouffement et de l’effondrement, non dénuée d’une paradoxale légèreté, se trouve percutée le 4 août par l’explosion dans le port de la ville de 2 750 tonnes de nitrate d’ammonium.
Devenu témoignage du cataclysme, ce récit très sensible aux détails du quotidien dresse le portrait d’une cité stupéfiée par la violence de sa propre histoire, dont les habitants chancellent puis se redressent, jouets d’un destin aussi hasardeux que cruel.

da | 28/02/2021 | LIBRI | 0 commenti

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