IL CORTILE | ALLIEVI

Iozia (Eddy) Edgardo

emaria51@gmail.com
1969
ROMA
07/05/1951

……. Dove eravamo rimasti????

Era il maggio del 1966 quando seppi che saremmo venuti a Beirut, ove papà era già venuto in missione per il Banco di Roma, mi prese un colpo! Lasciare gli amici, le feste, Roma, per un Paese lontano, conosciuto solo sui libri di storia e geografia, a 15 anni…

Il viaggio lo feci da solo. Partii con l’Ausonia da Bari alla volta di Alessandria. Un viaggio straordinario: la gita al Cairo, i venditori di chincaglieria che spuntavano dappertutto. All’arrivo a Beirut ci attendevano un migliaio di persone festose , ma non era per me..ma per il capo della compagnia dei lavoratori portuali, amatissimo dai suoi.

Andai a stare per qualche tempo a casa dei Di Quattro, un collega di papà.

A Beirut abitavamo ad Achrafieh, nel palazzo di fronte alla villa Sursock, con il suo meraviglioso parco, che ci godevamo la mattina dalla terrazza, facendo pigramente colazione… Ma arrivò l’inizio della scuola…..

Indimenticabile lo shock alla vista del “conventone” appollaiato sul cucuzzolo spelacchiato della collina, da raggiungere con un passaggio mozzafiato sulla cresta di un monte con un profondo burrone a dritta e uno a manca e con erta finale da fare rigorosamente in prima.

Ci accolse un prete con un bel sorriso e uno sguardo gentile cui eravamo stati affidati, Don Bedon da Trebaseleghe.

Quell’anno è rimasto impresso nella memoria di tutti noi, come se ne fossero trascorsi dieci. I lunghissimi pomeriggi silenziosi di studio, la noia pervasiva ed assoluta, qualche partita a pallone, attenti a non cadere, ferita assicurata. E venne il 6 giugno del 1967. La guerra dei sei giorni, il coprifuoco, i mirage israeliani che si potevano vedere gli occhi dei piloti quanto erano bassi e vicini.

Poi la nuova scuola, una vita diversa, il Palladium, le feste, le corse in scooter, con la lambretta cattiva.

La Bruna. Arrivò dalla scuola francese, con una bella dose di supponenza, perché lì si studiava in modo un po’ più serio…era bravissima in matematica, un po’ meno in italiano, ma quello che mi interessava di più era …lei! Gentile, molto carina, un sorriso dolce e sincero, capelli ed occhi bellissimi. Il dado era tratto e me ne innamorai teneramente. Quell’anno l’unico scopo era riuscire a stare più tempo possibile con lei, magari con lunghissime telefonate che duravano tutta la notte. Per non perdersi di vista! La mia prima vera fidanzatina (ed ultima.), che ha un posto molto speciale nel giardino degli affetti che non si dimenticano. Nella vita si incontrano compagne per un giorno, per un mese per tre mesi e spesso ci si dimentica anche il nome, come erano fatte, ma non quando ci si innamora dentro. E noi lo eravamo.

Beirut, le partite di biliardo con Sanguetta, accanito perdente, il gigantesco pipistrello morto, inchiodato con le ali spiegate sotto il ripiano del banco di Bruna, morta di paura appena lo ha alzato, le notti in bianco con Rinaldo, i giochi di prestigio del grande mago Oscar, le risate con Diego, il complessino musicale dei “Dummies”, con Gianni, Nando, Piero, Dado, Toyo, “Porchiddu” Miggiano e Ferruccio, le ragazzine puffette del liceo, che già si atteggiavano a donne che la sapevano lunga….8 scalini più su di tutti. La scuola, gli inviti carbonari di Don Doveri a condividere un goccettino di whisky che fa bene al cuore, le gite con Don Filiè a Sidone e a Tiro, lui con il suo vespone e io con la super lambretta, per i nostri abbondanti pranzetti non dietetici e la complice sigaretta finale, gli allenamenti con il grandissimo Forni, e in particolare due di noi che sono scesi dal treno della vita molto presto, troppo presto, cui continuiamo a volere bene, cui forse vogliamo ancora più bene di quando erano con noi, Bruno e Toyo. Una grande storia Beirut. Ci ritorneremo su.

L’Italia.

Orlando, Baba ed io decidemmo di seguire il consiglio di Don Piero Doveri e ci iscrivemmo all’Università di Pisa, Rinaldo fece una rapida apparizione e dopo poco tempo, mi chiese di accompagnarlo a …Napoli per imbarcarsi per Beirut! Chimica Industriale con Orlando, Baba scelse Ingegneria. Iniziammo con molto entusiasmo, ma ci accorgemmo subito che dovevamo integrare la preparazione in matematica e fisica…..insomma all’inizio tutto in salita. Poi l’occupazione della facoltà cui io decisi di aderire…..

Nelle lunghe serate pisane ho conosciuto una studentessa, mi piaceva moltissimo, Antonella, era febbraio del 1970, il 6 dicembre ci sposavamo nella Chiesa della Spina sul Lungarno e, casualmente, a maggio nasceva il mio primo bimbo Francesco. I primi mesi li passammo, noi e il bambino, nella stessa casa con Orlando e Baba, con un’esperienza da Comune di Parigi, poi trovammo una casa in affitto. L’anno dopo è nata Giada e Orlando le ha fatto da padrino nel battistero di Pisa. Dopo un anno dalla nascita di Giada rientro a Roma e inizio a lavorare in Banca. 1973, novembre.

Ho iniziato ad interessarmi di attività sindacale e, contestualmente di politica. Mi iscrivo nel 1974 al PRI , dove ho conosciuto Ugo La Malfa, Bruno Visentini, Oronzo Reale, Francesco Compagna, Giovanni Ferrara, Randolfo Pacciardi e Giorgio Braccialarghe, Leo Valiani Susanna Agnelli, per citare i più noti e tantissime altre persone di valore che hanno influenzato profondamente la mia vita. Nel 1976 sono stato eletto segretario regionale del Lazio e nel 1981 segretario nazionale del sindacato del settore finanziario. Nel Partito ho ricoperto incarichi a tutti i livelli da segretario di sezione a membro della segreteria romana, regionale fino ad essere eletto nel 1992 nella direzione nazionale. Con Giovanni Spadolini, allora segretario del partito, lavorammo per modificare il vecchio meccanismo di scala mobile, insieme ad un gruppo di sindacalisti repubblicani. Sempre nel 1992 ho partecipato alla costituzione di Verso Alleanza democratica, con Giuseppe Ayala, Giovanna Melandri, Paolo Batistuzzi, Ferdinando Adornato, Giorgio Ruffolo e Giorgio Benvenuto e nel 1998 sono stato delegato agli Stati Generali della sinistra a Firenze, dove fondammo i Democratici di sinistra.

Il contestuale impegno politico e sindacale mi ha portato molto spesso lontano da casa. Ci vedevamo pochissimo con Antonella. La passione per la vela ha fatto il resto. Lunghi viaggi nei mari caldi, la traversata dell’Oceano, sempre lontani. Le nostre vite si sono separate prima di noi e hanno preso strade diverse. Nel 1992 complice una campagna elettorale fatta insieme, ma conoscendoci già da quasi venti anni, decidiamo con Maria un nuovo progetto di vita: ne ero e continuo ad esserne molto innamorato, la compagna con cui condividere tutto. Lei già sposata con un figlio di dodici anni,Giuliano, una grande voglia di ricostruire la sua vita: decidiamo di formare una nuova famiglia. Nascono Lorenzo nel 1994 e Mariachiara nel 1995. Ci sposiamo nel gennaio del 2000 e, nonostante me, le mie assenze e la mia vita errabonda, ci vogliamo molto bene.

Nel frattempo sono stato eletto Presidente della Federazione sindacale mediterranea, Vice Presidente del sindacato europeo e mondiale del settore finanziario e da alcuni anni rappresento l’Italia, nel Comitato Economico e Sociale Europeo, Istituzione dell’Unione Europea. Incarico che, unitamente a quello di membro del Comitato Esecutivo della Confederazione Europea dei Sindacati, mi fa stare più spesso a Brussel e in giro per l’Europa e per il mondo che a Roma (purtroppo anche l’8 luglio del 2007 ero a Istanbul per una riunione e la famiglia è stata rappresentata da mio fratello Massimo, visto che mamma, professoressa nell’anno 1970 alla Scuola di Beirut, stava ancora un po’ male).

Oggi Giada, validissima Psicologa è mamma dal 17 novembre del 2007 di un dolcissimo battutolo di nome Niccolò, facendomi diventare un nonno imperdonabile per le mie assenze, Francesco, ingegnere meccanico appassionato di moto, lavora alla Bridgestone, la stessa azienda dove lavora da sempre Orlando Colella, Lorenzo, lo scienziato, sta finendo le medie e si iscriverà allo Scientifico e Mariachiara, la piccolina di casa lo seguirà il prossimo anno. E io….? Dove eravamo rimasti????

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