Salvare i Cedri del Libano dalla siccità

da | 12/08/2019 | AGENZIE and CO | 0 commenti

n

La migrazione voluta dalla Francia: i cedri dal Libano contro la siccità

Questo articolo l’abbiamo “pescato” sul sito del quotidiano “La Repubblica” in data di oggi (12/08/2019) e si parla non solo di siccità ma anche e sopratutto della salvaguardia di alberi secolari per combattere il riscaldamento globale.

Fa riflettere, poco ma sicuro…

La migrazione voluta dalla Francia: i cedri dal Libano contro la siccità

La siccità riduce l’ampiezza delle foreste e fa diminuire il loro influsso positivo sull’abbattimento della Co2 in atmosfera, una della cause del riscaldamento globale.


dal nostro inviato PAOLO GRISERI | LA REPUBBLICA  | 12 agosto 2019


PARIGI. Questa volta è lo Stato che organizza la migrazione da Sud verso Nord. E anzi spende denari perché quel trasloco avvenga. Si tratta di alberi, non di persone. Recentemente dei Cedri del Libano sono stati trasportati sulle montagne del Jura, al confine tra Francia e Svizzera e altre specie mediterranee sono finite ancora più a Nord, nella foresta di Verdun.

Sono stati trasferiti i semi delle piante. A spingere la migrazione forzata è la siccità. Un gatto che si morde la coda, spiega al quotidiano economico Les Echos la responsabile della rete di associazioni France Nature Environnement (Fne), Adeline Favre. La siccità infatti riduce l’ampiezza delle foreste e fa diminuire il loro influsso positivo sull’abbattimento della Co2 in atmosfera, una della cause del riscaldamento globale. In Francia i numeri sono particolarmente impressionanti. I 17 milioni di ettari di foresta catturano 70 milioni di tonnellate di Co2, un sesto dell’intera produzione di gas serra della nazione.

Le foreste si adattano al clima più caldo, ad esempio spostandosi, come spiegano i ricercatori della Onf, l’organizzazione pubblica per la tutela del patrimonio boschivo. Ma queste tecniche (una foresta può spostare i suoi confini mediamente di 300 metri all’anno) hanno i tempi della natura mentre gli effetti del cambiamento climatico indotto dall’uomo sono molto più veloci. Anche se una foresta riuscisse a “scappare” dalla siccità verso climi più freschi e piovosi, come fanno gli uccelli, la sua fuga sarebbe comunque lenta.

Il clima caldo sale naturalmente dall’Africa verso il Nord. E una delle difese delle foreste è quella di selezionare al loro interno i tipi di albero più adatti al cambiamento. Ma anche questa selezione avviene in tempi piuttosto lenti e non sarebbe in grado, da sola, di contrastare gli effetti della siccità. Da qui la decisione di accelerare il cambiamento delle specie portando nelle foreste del Nord del Paese i semi delle piante del Sud del Mediterraneo.

“Bisogna testare differenti tipi di piante del Mediterraneo per verificare quali possono adattarsi alle foreste del Nord della Francia”, dichiara Adeline Favre. Tra gli esperimenti finora compiuti c’è quello realizzato dalla Onf nella foresta di Verdun, al confine tra Francia e Germania. Una foresta artificiale, realizzata dallo Stato francese dopo la prima guerra mondiale quando i terreni della zona erano stati contaminati degli effetti di una delle più cruente battaglie del conflitto.

Parigi aveva acquistato i campi e per impedire che fossero coltivati (nella guerra erano stati usati nella zona anche i gas) l’aveva trasformata in una grande foresta. Che però, con i cambiamenti climatici, rischiava di subire gli effetti della siccità. Da qui la decisione di portare a Verdun i tipi di pino che crescono nelle regioni più calde. “Ci sono casi in cui abbiamo potuto constatare che questi trasferimenti forzati funzionano – spiegano all’Onf – e ora speriamo che le piante che hanno saputo adattarsi si riproducano”.

CI HANNO SCRITTO