Ricordo di un amico che ci ha lasciati…

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Gerusalemme, 28 Aprile 2014

Carissime Amiche, Carissimi Amici, vengo purtroppo a trasmettervi la triste notizia della morte del Generale Piero Pozzi, papà di Sandra e Pier Francesco, avvenuta il giorno 18 Aprile, Venerdi Santo, a Viterbo, dove risiedeva da lunghi anni.

Mi scrive Sandra: “Aveva sempre goduto di ottima salute e gran forma fisica, ma negli ultimi sei mesi era andato progressivamente in declino. Abbiamo, Pierre ed io, avuto la fortuna di godere della sua  presenza per lunghi anni, ma la sua malattia finale ci aveva unito ancora di più in quanto ogni piccolo dettaglio che lo riguardasse diventava importante e lo vivevamo fino in fondo con gioia e rispetto. Beirut fu una tappa molto importante per lui, sia umanamente che per la carriera militare, in quanto lo vide testimone di due conflitti e di molteplici contatti diplomatici con figure storiche di quei tempi.
Sono certa che te  lo ricorderai, anche perchè non mancavamo quasi mai al rito della Messa domenicale presso la Cappella della scuola! Ti prego di informare gli exallievi, se lo ritieni opportuno”.

Carissimi Sandra e Pierre, certo che ricordo vostro padre! Non solo a messa, ma anche alle feste di Don Bosco e di Maria Ausiliatrice, e poi nelle occasioni ufficiali, come il 4 Novembre quando nell’atrio della scuola rivolgeva ai concittadini Italiani il suo discorso pieno di amor patrio. Al ricevimento del 2 Giugno non passava inosservato, nella sua splendida uniforme. Personalmente ricordo anche una cena a casa vostra, di carattere “riconciliativo”, in seguito a una mia discutibile decisione che lui, da buon militare, aveva accettato con grande dignità.
Voglio aggiungere che vostro padre mi è tornato in mente nei giorni 10-11 scorsi, 40° anniversario di quel tragico attacco israeliano a Beirut in cui morì anche la nonna dei fratelli Marusso. Ricordo che quando i Palestinesi, accusandoci di complicità, ci chiusero tutti (salesiani, insegnanti e ragazzi “interni”) dentro la grande aula al terzo piano, fu il colonnello Pozzi, chiamato da Don Morazzani, a ottenere il nostro rilascio. Un particolare: ero a suo fianco in cortile quando, esibendo il suo documento di attaché militare all’Ambasciata Italiana, affrontò il comandante “palestinese” protestando; vidi con i miei occhi che quello esibì la sua tessera di ufficiale dell’esercito regolare … siriano !

Perdonatemi queste frammenti di storia o di cronaca ormai passata … Adesso è tempo di affidare nella preghiera cristiana vostro padre, e tutti i nostri cari defunti alla misericordia del Signore: Lui che li ha associati alla sua passione e morte (il Venerdì Santo) li renda anche partecipi della sua gloria e gioia in Paradiso. Nella luce della Pasqua !

Don Gianni

Messaggio inoltrato ———-
Da: pierfrancesco pozzi rocco <pierre.pozzi62@gmail.com>
Date: 27 aprile 2014 22:27
Oggetto: Re: Nostro padre Piero Pozzi
A: Don Gianni Caputa <dongiannici@gmail.com>
Cc: Sandra Pozzi <sandra.pozzi@prefimco.eu>

Caro Don Gianni,
Ti ringrazio vivamente per la tua preghiera in ricordo di nostro padre Piero.
Quegli anni beirutini sono stati fantastici, e i Salesiani mi hanno dato veramente tanto, insieme a tutti gli amici conosciuti presso la scuola italiana.
Ho dei ricordi molto vividi dei ritiri spirituali in montagna, delle Sante Messe di Natale e di Pasqua, e anche….dei campionati di calcio e di pallacanestro!
Di aneddoti ce ne sono molti, uno in particolare mi viene in mente: la minaccia (bonaria e a fin di bene!) fatta a noi ragazzini di 10 o 11 anni (Giorgio Guarracino, Sandro Amedeo, Marco Montefreddini, Riccardo Pannone, ecc.) quando eravamo molto monelli: “guardate che adesso chiamiamo i Seminaristi!!)

Mi ricordo la porta in legno nel muro di cinta in fondo al campo di calcio a destra tra gli alberi e vicino ai garage degli autobus scolastici, che dava accesso al palazzo dove abitavano alcuni di voi e anche gli Amedeo, e dove fu ucciso un capo palestinese in piena notte insieme con la guardia del corpo.
Mi ricordo anche un cambiamento repentino della libertà di movimento che fu imposto a Sandra e a me quando nel ’74 papà ricevette delle minacce di rapimento per lui o un membro della famiglia da parte di Al Fatah in quanto l’Italia decise ed vendere gli elicotteri Agusta ad Israele….
L’indomani arrivarono due carabinieri dei Servizi Speciali di protezione ( di cui non ci fu detto nulla a noi due figli se non che erano due ….autisti mandati da Roma!), uno dei quali era sardo, giovanissimo, con i baffi a punta verso il basso, campione militare di Karatè, che non parlava quasi mai, equivalente alla stazza di armadio a doppia anta….e che faceva dei dietrofront improvvisi a tutta velocità nel traffico della Corniche! Noi allibiti, non capivamo il perché….però’ io lo trovavo assolutamente geniale perché mi ricordava i film polizieschi americani!!!

L’ultimo aneddoto che mi viene in mente è il seguente, che ci è stato raccontato da papà tanti anni dopo: quando i palestinesi circondarono la scuola e papà intervenne, ci fu anche l’intervento tempestivo della Signora Pigozzi, mamma di Giuseppe e moglie del Maresciallo Pigozzi che era segretario di papà presso il suo ufficio dell’Addetto Militare.
La mamma di Giuseppe, appena saputo che il figlio era chiuso nella scuola circondata, corse sul posto e comincio’ a urlare contro i palestinesi armati che non la lasciavano entrare,  non in arabo o in inglese, ma……in dialetto veneto!!! Papa, che era stato vari anni in sevizio presso il Comando NATO a Verona e a Vicenza, capiva un po’ le invettive, però’ anche lui ebbe molte difficoltà a calmare la mamma di Giuseppe. Quando alla fine ci riuscì, persino i palestinesi gliene furono grati….!
Insomma, ci furono così  tanti eventi particolari in quegli anni che potrei continuare per svariate pagine.

Lascio a Te, caro Don Gianni, con la tua fede, la tua amicizia e forza spirituale, scegliere i ricordi che possono essere i più consoni con la Comunità degli Ex Beirutini.
Un caro affettuoso abbraccio, con fede e affetto,

Pierre Pozzi

Pierre Pozzi

27 aprile 2014, Non Dimenticar...

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